"L'anima è piena di stelle cadenti"
V. Hugo
Nel mezzo del deserto andino, nel punto in cui i torrenti che scendono dalle Ande al Pacifico, sono interrotti dalla vastità della Pampa del Tamarugal c'è un paesino reduce di terremoti, guerre e dell'abbandono dei propri abitanti che si chiama Tarapacà (in lingua aymara: posato su un arbusto). Sta a 1.350 mt/mare nella regione di Tarapacà, a due ore da Iquique, capitale della regione. Attualmente ospita 135 abitanti tra le strade non asfaltate e la case da rifare. In mezzo, una piazza e la chiesa di San Lorenzo, il patrono, restaurata dopo l'ultimo devastante terremoto del 2006. Il 10 agosto di ogni anno, si celebra la Festividad de San Lorenzo, che è -anche- il protettore degli ultimi, dei travestiti, delle puttane, dei poveri, dei minatori, dei viaggiatori, dei carcerati etc etc ... e per quest'occasione il paese torna a riempirsi con gente e devoti, non solo dalla zona della I° regione (il Norte Grande) ma da tutta l'america latina. Migliaia di persone in tende, baracche e ricoveri di fortuna danno vita, per quasi una settimana alla festa degli ultimi, fino alla processione dell'alba del 10 agosto, con conseguente ostensione del santo.
Durante le notti precedenti, bande d'ottoni e corpi di ballo delle varie congreghe, dimostrano la loro devozione al santo dando vita a parate per le strade del paese, per un delirio ininterrotto di trombe, grancasse, bombardini e gonne che girano, piume e fuochi artificiali.
Tutto intorno sta la fiera, con le bancarelle i musici di strada, la carne cotta grigliata, le zuppe, i dolci tradizionali, il pan amasado, le foglie di coca, i giochi per i bambini, i fuochi artificiali, gli unguenti e i preservativi, i santini e le noccioline. Il capitale umano - e la sua casistica - in quest'occasione palesano la loro vastità: lo spogliarello dei travestidos alle tre del mattino, ballato al tempo di un Ave Maria mixata dalla banda su un tempo in 3/4 reggaettoneggiante colmerà i limiti non raggiunti della vostra fantasia circa la paganizzazione dei riti religiosi cattolici.
Se potete, arrivate con una micro (un pulmino spola, lo prendete al Mercado General: con i vari urlatori contratterete il prezzo per 7 amici - se siete numerosi pagate meno) e non sclerate quando i Carabineros inutilmente fermeranno il traffico a 7 km dal paese. Vi aspetta un ora di cammino sotto un cielo che fa piovere stelle come fossero gocce d'acqua su un vetro appannato. Vi ricorderete che è tradizione esprimere un desiderio per ognuna, così che all'arrivo non vi resterà quasi niente da chiedere ancora.
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