lunedì 20 settembre 2010

Nada que celebrar

Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell'umanità
Albert Einstein
E' la stagione dell'amor patrio, e il Sudamerica recente, omogeneizzato dalla Storia Coloniale, gonfia il petto coi bicentenari. Il 2010 è toccato al Cono Sur: se in autunno festeggiava Argentina, ora è il Cile che orgogliosamente riempie le strade di bandierine, parate e patriottismo per il suo ipotetico compleanno. Il 18 di Settembre. 


Duecento anni di indipendenza dalla Spagna, dalla colonia madre, un processo identico a quello che toccò agli altri paesi sudamericani e non molto dissimile perfino da quello che celebrano con l'Indipendence Day gli americani: le elitè borghesi emigrate, si arricchirono sufficientemente per avviare un proprio processo di dominazione, autonomo e indipendente dalla vecchia madre patria, senza un briciolo di riconoscenza per chi aveva avuto il merito di spianargli il terreno, avviando i primi centri coloniali, le prime tratte di schiavi, le prime pulizie etniche. I coloni avranno due secoli di potere per affinare e limare meglio le contraddizioni sociali, naturalmente nel solco della tradizione Spagnola, ma piantando sul cranio degli sfruttati e dei popoli originari la propria bandiera. Nel caso del mercenario O'Higgins il proprio fulgente tricolore.

Mentre i prigionieri politici mapuche arrivati a due mesi di sciopero della fame, sono sul punto di morire, i cileni si lanciano nel vortice loco della Festa Patria: uno sperpero di denaro, alcool, locura generalizzata, bandierine, balli e cotillion.

Le forze di sinistra e dei movimenti sociali tentano di appropriarsi del significato dei concetti che non riescono a battere: per questo ognuno, come può, gli da il senso che crede, facendo finta di non vedere che non c'è insubordinazione nel celebrare un Bicentenario Popolare. Perchè non si tratta davvero di strappare il significato e renderlo significante: è invece una maniera comoda per chi lo serve in tavola, e un favore alla dirigenza nazionale. Un inculata per chi deve digerire il boccone, chi in duecento anni ha solo visto cambiare camicia all'oppressore.
Così da farglielo ingoiare, mentre sorridono, perchè finalmente convinti di aver mangiato ostriche del profumatissimo pezzo di merda, qual'era.




Ma non è un male solo latino-americano, e non è solo il nazionalismo che si serve alla tavola dei 'post'. Le 'istituzioni del comune' che stanno diventando il lume dei rivoluzionari d'Europa hanno gli stessi ingredienti.
Difatto sul camion che apriva la parata del Bicentenario Ciudadano y Popular (che hanno organizzato le associazioni studentesche, il Partito Comunista e l'associazione di vicini del quartiere) campeggiava lo striscione: 'Per una cittadinanza latino americana'... Mi ricorda qualcosa?

Comunque 25.000 presenze per un Festival Popolare in Città, non è male e magari non tutti dan gran caso al menu. Così il
salone della casa è diventato per un giorno centro video, computer e web-streaming della Festa.

Digestivo consigliato
: NadaQueCelebrar [video]

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